lunedì 23 gennaio 2017

Agonismo, lealtà e correttezza

 
 
A volte lealtà e agonismo sono due termini contraddittori. La violenza in alcuni sport ne sono un esempio. Osservando alcuni giochi vediamo una forte aggressività che si manifesta tra atleti e spettatori. A volte, però, gli atleti compiono violenza contro se stessi, con il fenomeno denominato doping.
 
La preoccupazione maggiore è che il doping sta diventando un fenomeno diffuso anche tra le categorie amatoriali. in questo momento storico e sociale, dove la cultura del successo ad ogni costo è diventato un modo di vivere, osservando alcune realtà specifiche, sembrerebbe che la correttezza e l’agonismo diventino termini contraddittori. Tra i giovani c’è la necessità di arrivare al risultato immediato scavalcando maturazione fisica e didattica. L’allenatore, è prima di tutto un educatore, e molte volte trova difficoltà trovandosi costretto ad agire pesantemente per colmare i modelli diseducativi derivanti da alcuni campioni dello sport e dai mass-media.
 
L’allenatore deve lavorare per far si che il giovane diventi un atleta- persona prima che un atleta- oggetto. Occorre tenere conto del fatto che il professionismo ha le sue regole ed è misurato in termini di denaro. Successo=denaro. E poiché il tempo utile per il guadagno è molto limitato, l’atleta deve dopo qualche anno fare i conti con un inevitabile calo delle prestazioni e deve sfruttare al massimo gli anni migliori. In quest’ottica, utilizzare qualche strumento illecito, quale il doping, può essere giustificato. L’alternativa al doping La reale alternativa al doping è solo l’allenamento. L’allenamento è l’unica organizzazione attraverso la quale si possono migliorare ed equilibrare tutte le funzioni del sistema endocrino che sono alla base delle prestazioni.
 
Allenare la forza, la resistenza e la velocità migliora le funzioni biologiche dell’atleta. Ogni allenamento, organizzato in maniera graduale e continua, determina un naturale miglioramento, in termini scientifici determina la cosiddetta “super compensazione”. Il doping, al contrario, scavalca tutte le funzioni organizzative dei sistemi organici creando un passaggio diretto senza nessun adattamento fisiologico e mentale. Non solo non assicura continuità delle prestazioni ma in breve tempo porta l’atleta alla fine della sua carriera. Pertanto, senza entrare nello specifico dei danni che il doping produce, possiamo affermare. senza ombra di dubbio, che l’allenamento rafforza l’organismo mentre il doping lo indebolisce.

Nessun commento:

Posta un commento